E’ attesa per il 20 maggio l’uscita nelle sale del film “The Father – Nulla è come sembra”, prima pellicola di Florian Zeller con protagonista uno straordinario -come in ogni sua interpretazione- Anthony Hopkins.

La cerimonia degli Oscar dello scorso 26 aprile non è stata di certo avara di sorprese e colpi di scena: uno fra tutti il mancato ritiro da parte di sir Anthony Hopkins della statuetta vinta come Miglior attore protagonista per il film “The Father”.

Successivamente, in un video postato sulla sua pagina instagram, l’attore ha dato una spiegazione della mancata presenza durante la serata dell’Academy Awards: semplicemente non si aspettava di vincere. La statuetta è quindi stata ritirata dal vincitore dello scorso anno della categoria Miglior attore protagonista: Joaquin Phoenix.

Bim Distribuzione ha pubblicato la sinossi ufficiale della pellicola sul suo sito: “Tratto dalla pièce dell’acclamato autore teatrale Florian Zeller, al suo debutto dietro la macchina da presa, “The Father” ci porta nella vita di un uomo che con l’avanzare dell’età, nel tentativo di dare un senso alla sua nuova condizione, inizia a dubitare dei suoi cari, della sua mente e persino di ciò che vede e vive”.

L’Oscar vinto da Hopkins a 83 anni lo consacra a divenire l’attore più anziano a vincere un premio così ambito nella categoria di Miglior attore protagonista, elevandolo di fatto ad un vero e proprio mostro di talento.

Devo essere sincera, ho visto il film in lingua originale anticipando l’uscita italiana perché ero troppo curiosa e impaziente. Devo ammettere che la mia fretta è stata ampiamente ripagata.

Oltre al genio di Hopkins, è tangibile l’immensa bravura anche di Olivia Colman che nel film interpreta la figlia di Hopkins, alle prese con la malattia del padre che lentamente ma inesorabilmente lo conduce in un vortice di disagio e dissociazione dalla realtà.

La demenza senile è raccontata dal regista attraverso i vuoti di memoria del suo protagonista maschile e la disperazione di una figlia che si ritrova a combattere una battaglia che la vedrà inevitabilmente sconfitta, tanto da allontanarsi dal genitore per rifarsi una vita.

Il film si chiude con un’inquadratura di foglie su un albero, emblema della provvisorietà dei ricordi del protagonista, destinati a sparire risucchiati dal limbo della malattia.

By Valeria Eboli

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