Chissà quante volte vi è capitato di vedere film avvincenti, coinvolgenti e pieni di colpi di scena senza mai pensare al fatto che negli stessi film ci fossero riferimenti a sport più o meno reali.

E’ evidente che quando uno si gusta un film, se lo guarda nel suo complesso e non si ferma ad analizzare magari singoli “flash” che si distinguono dalla complessità della pellicola.

Io ovviamente su queste cose mi sono sempre incuriosito, ma il problema sono io non vi preoccupate….eheh

Oggi vi porto nel mondo degli sport inventati da registi, autori, sceneggiatori e che sono stati inseriti a

 

ll’interno di pellicole che hanno avuto, nella maggior parte dei casi, successo al botteghino e non solo.

Oggi sarà una puntata dove lo sport e il cinema di fonderanno in modo chiaro e magari vi stimolerà la voglia di andare a vedere uno dei film in cui sono apparsi questi sport al limite dell’impossibile…anzi…tolgo il limite e lascio l’impossibile.

Sicuramente qualcuno starà già pensando alla saga di “Harry Potter” con i famosi tornei di Quidditch e sta pensando bene, ma in questa nostra chiacchierata vi porterò a conoscenza anche di altri sport frutto della fantasia più stravagante.

Cercando curiosità e notizie si entra in un mondo pieno di fascino, in universo parallelo dove è possibile accorgersi di cose che in “prima visione” non sono visibili e nel momento in cui si creano vere e proprie saghe cinematografiche come appunto Harry Potter o Star Wars, questi giochi riescono quasi ad influenzare l’immaginario collettivo, con trasposizioni degli stessi nei videogiochi, nei giocattoli nei gadgets.

A volte i fan più sfegatati cercano di portare nella realtà questi sport mitici ovviamente adattando le regole al buon senso e soprattutto alle leggi della fisica!

Il fascino di un universo fittizio si percepisce soprattutto dai dettagli, dagli elementi collaterali che contribuiscono a creare una logica interna. Una società immaginaria, per risultare credibile, ha bisogno delle sue usanze, del suo sistema politico e dei suoi sport.

STAR WARS

Parto dalla saga di Star Wars e proprio dall’episodio 1 dal titolo: “La minaccia fantasma”, proiettato per la prima volta nel 1999 e da lì le nostre Guerre Stellari ne hanno fatta di strada.

Nel film capostipite della saga scopriamo l’esistenza del Podracing, uno sport pre-imperiale conosciuto dell’universo di Star Wars.

Anakin Podracer

Il podracing è un gioco che apparentemente deriverebbe dalle corse con le bighe di “Ben Hurriana” memoria ed è uno sport di una pericolosità incredibile.

Si tratta di corse che si svolgono con i “podracers” che sono piccoli velivoli monoposto a reazione, azionati da grandi motori a propulsione e soprattutto molto molto pericolosi perchè raggiungono i 900 km/h; questi mezzi vengono guidati con manubri che ricordano le biciclette.

Nella saga questo sport è molto popolare sui pianeti Malastare, Kergans, Theron, Cantonica e Tatooine e i corridori, che sono vere e proprie star, vengono conosciuti come “podracer”.

Le gare si svolgevano per più giri, su piste da corse tortuose che venivano percorse a velocità elevatissime con possibilità di incidenti molto rilevanti, a volte anche mortali. Le gare, come nella più moderna Formula 1, venivano trasmesse in tutta la galassia a simboleggiare la popolarità del gioco.

Mi rendo conto che per chi è amante del genere sto dicendo cose ovvie e scontate, ma siccome io non sono in grado di cogliere tutte le sue sfaccettature, tutto quello che ho scoperto mi ha veramente affascinato per come nulla sia stato lasciato al caso.

Podracer Gasgano

Il Podracing era uno sport praticato da ogni tipo di alieno, sponsorizzato da famiglie aliene non proprio limpide come gli Hutt, ma alla fine il miglior pilota si rivelò proprio Anakin Skywalker, che riteneva di essere l’unico umano a gareggiare in questo particolare sport, senza sapere almeno fino ad un certo punto della saga, che proprio tutto umano non fosse, perché anche in questo caso se la mamma è certa ed è Shmi, il padre chissà.

Come nelle migliori tradizioni, anche in questo sport esistono le scommesse illegali e proprio queste alimentano tutte le specie aliene a partecipare e soprattutto a vincere con ogni mezzo a disposizione, anche perché in questo sport l’unica regola esistente è che… non esistono regole!

Anakin sarà il migliore podracer e grazie alla sua abilità e ai suoi sensi da Jedi, di vincere un trofeo a Tatooine, il Boonte Eve Classic e di liberarsi dalla schiavitù.

Il Podracing verrà bandito nella Nuova Repubblica anche se lo stesso verrà comunque praticato nei mondi più remoti e comparirà anche nel secondo episodio della Saga in uno dei monitor di un night club.

Oltre ai duelli con la spada laser, la frenetica e pericolosa gara svoltasi nei deserti di Tatooine è una delle sequenze meglio riuscite del primo dei film della Saga di Star Wars.

Per farvi capire quanto i dettagli siano stati curati, esiste una classifica dei migliori dieci “podracer” della saga che velocemente vi comunico partendo dal decimo che è Ratts Tyerell di razza aliena che si schianta e muore durante il grande Boonta Eve Classic a causa di guasto all’acceleratore. Al nono posto troviamo Tzidik Wrantojo, un sulitano del pianeta Archea Teuthis che faceva della velocità il suo punto di forza, soprattutto nell’acqua. All’ottavo posto Navior appartenente ad una specie ignota, che era riconosciuto come uno dei podracer più onesto. Al settimo posto Ebe E. Endocott, un triffiano con un ego spropositato arrivato quarto al Boonta. Saliamo ancora e al sesto posto e troviamo Boles Roor uno Sneevel vincitore di ben due Boonta Eve e che al momento della realizzazione del film era già troppo vecchio per impensierire i piloti più giovani.

Al quinto posto un altro fortissimo podracer di razza Gran rispondente al nome di Mawhonic, l’unico che temeva Sebulba, e che si trovava in testa al Boonta Eve fino a quando lo stesso Sebulba non decise di toglierlo di mezzo mandandolo fuori strada. Mawhonic sopravvisse all’incidente e continuò a gareggiare.

Subito sotto al podio Ben Quadinaros un Toong dall’aspetto svogliato che non riuscì a vincere la gara in quanto il suo mezzo fu sabotato da Ark Roose; sul gradino più basso del podio troviamo Gasgano, un Xexto considerato il migliore insieme a Sebulba che aveva la caratteristica di eseguire accelerazioni esagerate e di riparare il proprio mezzo in corsa essendo dotato di numerose braccia, arrivando secondo al Boonta Eve; al secondo posto proprio la rappresentante del popolo Mammella, Sebulba, crudele e abile e feroce nel pilotaggio, nelle gare si dimostrava aggressiva e aggrediva fisicamente i rivali che riteneva pericolosi.

Al primo posto ovviamente l’unico “umano” Anakin Skywalker che alla tenera età di 9 anni riesce a vincere il Boonta Eve resistendo ai tentativi di sabotaggio di Sebulba e utilizzando un podracer costruito interamente a mano.

Nel libro “Jedi Quest: The Dangerous Game”, un adolescente Anakin sfiderà in una gara, Hekula figlio di Sebulba per cercare di liberare uno schiavo e ovviamente ci riesce.

Anakin Podracer

Non so voi, ma nel momento in cui mi sono imbattuto in tutte queste informazioni sono rimasto folgorato dalle particolarità, dalla cura dei singoli dettagli e dalle storie pregresse che accompagnavano questi personaggi inseriti per gareggiare in uno sport che nel resto della saga cinematografica, praticamente non si vede più.

Ma è proprio questa la bellezza di un film così….capire quanto lavoro sia condensato dietro 2 ore di pellicola.

Dal mondo fantastico di Star Wars, passo al mondo fantastico di

ALICE IN THE WONDERLAND

Dal 1999 andiamo indietro fino al 1951 e ci immergiamo nel lisergico mondo di “Alice in The Wonderland”.

Chi di noi non ha sentito almeno una volta il Bianconiglio dire: “E’ tardi, è tardi!“ ? Se non nell’edizione del 1951, almeno in quella del 2010 diretto dall’estrosissimo Tim Burton e con un Cappellaio Matto che più matto non si può, perché interpretato dall’enigmatico Johnny Depp.

Magari vi starete chiedendo quale sport era presente nel mondo magico di Alice??????

Il Flamingo Croquet….

Il Croquet in realtà è uno sport che si gioca individualmente o al massimo in quattro giocatori con cittadinanza Olimpica.

Questo gioco trae origine da un gioco trevigiano in voga nel ‘300 che cha si chiamava “pallamaglio”.

Ovviamente la consacrazione di questo gioco avviene intorno alla metà del 1800 in Inghilterra dove venne codificato con regole valide ancora oggi, esiste infatti la federazione specifica: la World Croquet Federation e da questo antico sport ne sono derivati due, il golf e il biliardo.

Questo gioco venne anche proposto alle Olimpiadi di Parigi nel 1900.

Nel croquet ogni giocatore deve indirizzare la propria pallina con ausilio di mazza, ma può anche disturbare l’avversario cercando di impedirgli di segnare punti. Se qualcuno si sta chiedendo come è fatta la mazza può cercare la scena in cui Jack Nicholson alias Jack Torrance, cerca di uccidere la moglie e il figlio dopo essere completamente uscito di testa nel celebre film “Shining”.

Tornando al mondo psichedelico di Alice, la stessa giovane per salvarsi la vita viene invitata a giocare a Flamingo Croquet che si differenzia dallo sport reale, in quanto giocato con ausilio di animali…ovviamente.

La fantasia smodata di Lewis Carroll immaginò un campo scosceso, immaginò le palline che in realtà erano ricci e le mazze da gioco vennero rappresentate da fenicotteri variopinti…da cui deriva il nome Flamingo Croquet.

 

La porta è rappresentata da un arco, nella realtà è costituita da picchetti, nella favola invece è formata da soldati vivi che devono reggersi su mani e piedi.

Ovviamente il gioco si rivela particolarmente complicato visto che gli animali che venivano usati erano rigorosamente vivi, oggi probabilmente le associazioni animaliste avrebbero già portato in tribunale il povero Carroll.

Inoltre, non so per quale motivo particolare i fenicotteri si dimostravano poco collaborativi nel momento in cui con la propria testa venivano costretti a colpire i ricci; la confusione poi regnava sovrana in quanto nel pieno stile del libro le porta erano perennemente in movimento e soprattutto la regina rossa non rispettava l’ordine di gioco dando vita ad una confusione degna dell’opera.

Riguardando oggi il film di Tim Burton lascia basiti pensar che tutto quanto visto nacque dalla mente di Charles Lutwidge Dodgson, alias Lewis Carrol, che oltre ad essere uno scrittore era anche un matematico, un fotografo, un logico e un prete anglicano, che nel 1865 partorì una fiaba per bambini che forse…proprio per bambini non era.

 

 

by Fabrizio Roscitano

 

 

 


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