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Le Storie Olimpiche
Anche queste sono storie olimpiche, storie controverse, storie che lette oggi forse fanno sorridere, ma sicuramente per i protagonisti hanno avuto un’importanza ed una rilevanza nella loro vita, tale da rimanere indelebili nel bene o nel male.
Queste sono storie che tutti si ricorderanno, queste sono storie che solo lo sport può far vivere, sono storie che solo gli eventi Olimpici possono regalare, come quelle degli Atleti plurimedagliati. Di atleti plurimedagliati ce ne sono una miriade divisi tra olimpiadi invernali e quelle estive, ma solo quattro atleti nella storia delle olimpiadi sono stati in grado di vincere almeno una medaglia in discipline diverse in olimpiadi diverse.
Ve li presento brevemente.
Inizio da Eddie Eagan, atleta americano che vinse l’oro alle Olimpiadi di Anversa 1920 nella Boxe (pesi mediomassimi) e a quelle di Lake Placid del 1932, vinse l’Oro nel Bob a quattro uomini. Fu inserito nella Olimpyc Hall of Fame nel 1983 e la sua faccia è stampata su un francobollo commemorativo da 25 centesimi.
Jacob Tullin Thams, atleta norvegese, a Chamonix 1924, vinse l’oro nel salto con gli sci e dopo essersi ritirato dallo sci agonistico si presentò a Berlino 1936 dove vinse l’Argento nella Vela 8 metri … dalla montagna al mare!
Clara Hughes, canadese, ad Atlanta 1996 vinse due medaglie di bronzo nel ciclismo, gara su strada e cronometro. Scesa dalla bicicletta, indossa i pattini di velocità vincendo il bronzo a Salt Lake City nel 2002 sui 5000 m, un argento e un oro a Torino 2006 sui 5000 e a squadre e l’ultimo bronzo a Vancouver 2010, ancora nei 5000.
Lauryn Williams, americana passò invece dalla pista al bob. Ad Atene 2004 vinse l’argento sui 100 m, a Londra 2012 l’oro nella staffetta 4 x 100 e concluse in bellezza andando a Sochi 2014 per vincere l’argento nel bob a due.
Christa Luding-Rothenburger, atleta tedesca dell’Est a Sarajevo 1984 vinse l’oro in Pattinaggio di velocità sui 500 mt e si ripetè a Calgary nel 1988 ma sui 1000 mt; la particolarità e l’unicità dell’atleta tedesca è che sempre nel 1988 si svolsero anche le olimpiadi estive a Seoul dove la Luding-Rothenburger vinse l’argento nel ciclismo sprint.
Ultimo atleta da ricordare è lo svedese Gillis Grafström, che fu il primo a vincere una medaglia nello stesso evento alle Olimpiadi estive e invernali, vincendo gli ori di pattinaggio artistico alle Olimpiadi del 1920 ad Anversa e alle prime Olimpiadi invernali del 1924 a Chamonix ed è inoltre uno dei soli sei atleti ad aver vinto 3 medaglie d’oro consecutive ai giochi olimpici invernali insieme al norvegese Sonya Henie, al tedesco dell’Est Ulrich Wehling, allo statunitense Bonnie Blair, al tedesco Georg Hackl e al norvegese Bjorn Daehlie.
Prima di salutarvi non posso non raccontarvi alcune curiosità sui tedofori che a loro modo hanno un’importanza cruciale visto che sono proprio loro accendendo il braciere olimpico a fare il via alle competizioni.
La figura del tedoforo fu reintrodotta alle Olimpiadi di Berlino 1936 e il tutto rientrava nel grande progetto Hitleriano di realizzare un evento mai visto prima, cosa che riuscì a fare con la grande ammirazione di Avery Brundage di cui già ho parlato e grazie all’immenso talento della regista tedesca Leni Riefenstahl.
Vi lascio alcuni flash di alcuni dei tedofori che hanno proceduto all’accensione dei bracieri olimpici.
– Il primo atleta di rilievo ad accendere il braciere olimpico fu il nove volte campione olimpico finlandese Paavo Nurmi ad Helsinki 1952.
– Il primo e unico tedoforo proveniente da uno sport dilettantistico, nel caso di specie la corsa campestre, fu l’italiano Giancarlo Peris, che accese il bracere a Roma 1960.
– Alle Olimpiadi di Tokyo 1964 la scelta fu altamente simbolica e ricadde sul velocista giapponese Yoshinori Sakai, nato ad Hiroshima nel giorno dello scoppio della prima bomba atomica.
– La prima donna a portare la torcia per ultima fino al braciere fu la velocista messicana Norma Enriqueta Basilio alle Olimpiadi di Città del Messico 1968.
– Il primo calciatore ad avere l’onore di accendere un braciere olimpico fu invece Michel Platini alle Olimpiadi invernali di Albertville nel 1992.
– A quelle, sempre invernali, di Torino 2006 l’onore spettò a Stefania Belmondo che detiene il primato italiano di medaglie alle Olimpiadi invernali.
– Ultimo ma assolutamente non ultimo, come non ricordare Atlanta 1996, dove il braciere venne accesso dall’immenso Muhammed Alì già minato nel fisico e nella mente dal Morbo di Parkinson. Ciò che rimane nella mente è lo sguardo di una fierezza fuori dal comune, e l’orgoglio tipico di chi nella vita ne ha viste di tutti i colori. Alì ha voluto tenere la torcia in mano nonostante le difficoltà evidenti per poi accendere il braciere, mandando in visibilio tutti gli spettatori del Centennial Olympic Stadium di Atlanta.
Proprio in quell’occasione gli venne riconsegnata la medaglia d’oro da lui vinta a Roma 1960 che lo stesso Alì che all’epoca era ancora Cassius Marcellus Clay, gettò nel fiume Ohio come segno di protesta per il mancato riconoscimento dei diritti dei neri negli Stati Uniti d’America.
Non c’è niente da dire, le Olimpiadi sono eventi unici irripetibili che condensano anni di emozioni, di fatiche, di speranze e soprattutto riescono a coinvolgere persone che guardano lo sport solo in quelle circostanze.
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Vi ricordo che domani, Giovedì, alle ore 10.45 potrete ascoltare la replica della puntata 1 di SPORT FLY.EVOLUTION.
by Fabrizio Roscitano
Fly RadioTV – la nuova idea multimediale