Su FLYCNOLOGY, la rubrica di tecnologia, fumetti e games di Fly RadioTV, oggi FLY-NERD (a cura di Paolo Gaudiello) ci parla di “ANIME E MANGA”.
Ciao e bentornati su Fly-Nerd.
In vostra compagnia, ci sono sempre io, Paolo Gaudiello.
Oggi vi voglio parlare di Anime e Manga.
I due termini nascono in Giappone: nel caso degli Anime, la storia viene visualizzata sullo schermo con le più svariate tecniche di animazione – come con i Cartoni Animati; con i Manga, invece, la stessa è pubblicata totalmente su carta.
Vedete, amici, i “vecchi giovani” degli anni ’80, come me, son cresciuti cantando a squarciagola le sigle dei Cartoni Animati di Cristina D’Avena, mentre si faceva merenda dopo i compiti pomeridiani: sto parlando di Holly e Benji, Mila e Shiro, Lady Oscar, Lupin, L’Incantevole Creamy… Ce ne sarebbero tantissimi altri di titoli, milioni, per questo preferisco fermarmi qui…
Vi ricordate? Che bei tempi quelli! Il nostro unico pensiero erano le 4 del pomeriggio quando tutte le nostre attività si annullavano e l’unico pensiero che si aveva era Bim Bum Bam. Il programma televisivo per ragazzi era presentato da Uan, un simpaticissimo pupazzo animato con le somiglianze di un cane di color rosa con un ciuffo espressivo di color fucsia, e da altri giovani conduttori come Paolo Bonolis, Licia Colò, Manuela Blanchard, Debora Magnaghi, Marco Bellavia e molti altri. Bim Bum Bam, tra scherzi, battute e giochi, ci rendeva partecipi, ci coinvolgeva e, tra uno sketch e l’altro, ci accompagnava nella visione dei tanto attesi – e amati – Cartoni Animati.
Rispetto ad oggi, negli anni 70 e 80 le uniche fonti a cui noi vecchi giovani potevamo attingere per avere i nostri Anime preferiti erano Rai, Mediaset e alcune enti private. Oggi, grazie a Youtube e alle piattaforme di streaming, si può trovare una varietà molto più vasta.
Con il crescere, ho imparato a vedere questi Anime sotto forma di lettura. Sì, avete capito bene: così come i libri influenzano alcuni film, anche i cartoni traggono spunto dai fumetti chiamati Manga. Quelli che vedevo da bambino lo erano tutti.
Manga… avete mai sentito questo termine?
Originari del Giappone, i Manga sono fumetti di piccolo formato stampati prevalentemente in bianco e nero, per via dei costi nella realizzazione (i colori li alzerebbero, infatti). Ve ne sono di molti generi: avventura, romantico, storico, commedia, fantascienza, fantasy, giallo, horror ed erotico.
La loro particolarità sta nella lettura: diversamente dai fumetti americani, francesi o italiani, si leggono al contrario, da destra verso sinistra. Se le parole scritte nei baloon o nuvolette (chi mi segue, sa che ne abbiano parlato nella puntata n. 2 di FLY-NERD) vengono lette normalmente da sinistra verso destra, le vignette vanno viste al contrario.
In Italia il Manga non è sempre stato così. Introdotto alla fine degli anni ‘70, fu presentato come un classico fumetto italiano. Mi spiego meglio: le storie, pubblicate in capitoli su varie riviste, non rispondevano ai canoni giapponesi e, perciò, la loro lettura era tradizionale. Questo faceva sorgere molte curiosità in chi conosceva le versioni originali dato che le vignette, essendo stampate a specchio, portava i personaggi a svolgere qualsiasi azione con la sinistra. Credetemi: la domanda che ci si poneva era sempre la stessa «Ma i giapponesi sono tutti mancini?».
Un esempio di Manga che, ricordo bene, era stampato a specchio è “I Cavalieri dello zodiaco”, di Masami Kurumada, pubblicato in Italia dalla Granata Press. Qui si narrano le avventure di un gruppo di ragazzi giapponesi che si allenano per diventare Guerrieri consacrati alla dea Atena, Lady Isabel. Vestendo speciali armature denominate Cloth, che rappresentano le 88 costellazioni moderne, lottano sin dai tempi del mito per proteggere l’umanità e il pianeta Terra dagli attacchi delle altre divinità.
Se amate il genere fantasy, o se volete farvene un’idea, ve lo consiglio; un po’ lungo da leggere ma ne vale la pena.
Il primo Manga pubblicato in Italia che ufficialmente sperimentò l’uso della versione originale del Sol Levante fu Visione D’inferno di Hideshi Hino, stampato dalla casa editrice Telemaco Comics nel 1992.
Manga autoconclusivo di genere horror, racconta la storia di un immaginario pittore anonimo che dipinge le tele col proprio sangue. L’artista realizza tredici dipinti che riproducono la sua vita nel presente e nel passato; l’uomo ha alle spalle un’esistenza segnata da abusi infantili e dall’esplosione della Bomba atomica. Come spesso accade in questi fumetti, qui si offre la visione pessimistica della vita e del degrado del Giappone al termine della seconda guerra mondiale.
Questo fumetto non ebbe un gran successo in Italia e, infatti, il suo nome è pressoché sconosciuto pur essendo di qualità.
Sulla scia di questa pubblicazione “originaria”, un’altra famosa casa editrice italiana, la Star Comics, provò a stampare nel 1995 il suo primo fumetto al contrario: Dragon Ball. Amato da grandi e piccini, va detto che Dragon Ball era già conosciuto come Anime dal 1989 perché regolarmente trasmesso prima su Junior TV e, successivamente, sulle reti Mediaset, dove va ancora oggi in onda.
Il Manga in questione percorre le avventure del protagonista dall’infanzia all’età adulta, seguendolo nei suoi allenamenti nelle arti marziali e nella sua ricerca, per il mondo, delle Sette sfere magiche, in grado di evocare un drago capace di esaudire un desiderio. Nel corso del suo viaggio, conoscerà molti amici e affronterà numerosi antagonisti per impedire loro di minacciare la pace dell’universo. Le avventure del piccolo Goku sono divertenti e oscillano tra presente e passato; non ve le elenco tutte perché sicuramente le conoscerete meglio di me!
Che fantastico mondo è quello dei Manga! Certo, all’inizio appare molto strano leggere un fumetto al contrario – dall’ultima pagina alla prima; una volta entrati nella storia, il cervello percepisce la sequenza giusta delle vignette e si va avanti ad oltranza senza alcuna difficoltà.
Le case editrici che si sono specializzate in questo tipo di pubblicazione sono numerose: J-Pop, per esempio, o Planet-Manga Panini, GOEN RW Edizioni, Hicari Edizioni e via dicendo…
Un luogo comune vuole che i Manga provengano solo dal Giappone. Un tempo, forse, era così ma adesso le cose sono cambiate. Al giorno d’oggi, infatti, esistono manga coreani, thailandesi, indiani, francesi, russi e, da qualche anno, anche italiani. Nascono all’insegna del tricolore sempre più mangaka e case editrici come, ad esempio, Mangasenpai e Kasaobake della Shockdom.
Arrivati a questo punto, credo sia molto chiaro come i temi trattati nei Anime e Manga ne facciano un prodotto destinato a più fasce di età, ecco perché gli stessi giapponesi li suddividono in:
Kodomo: per i bambini;
Shonen: per ragazzi dai 12 ai 18 anni;
Shoujo: per ragazze di età tra 12 e 18 anni;
Josei: per donne sopra ai 20 anni;
Seinen: per uomini tra i 18 e i 30 anni;
Hentai: per solo adulti.
Gli Anime, inoltre, rispondono a diversi format:
TV Anime (TVA): per la televisione, sottoforma di serie televisive;
Original Video Anime (OVA): per internet e web tv;
Movie e Net Anime (NETA): per il cinema.
Gli appassionati giapponesi che, come me, amano questo tipo di genere vengono etichettati col nome di “Otaku”, che altro non è che la versione nipponica di “Nerd”.
Direi, perciò, che questa puntata la possiamo chiamare FLY – OTAKU… non me ne voglia male la nostra amata Fly Radio TV!
Anche per oggi è tutto…
Se avete curiosità o volete dire la vostra su quanto vi ho raccontato oggi, potete contattarci, come sempre, sui nostri social o usare l’#flynerd.
Ciao da Paolo e… buona vita e prosperità.
By Paolo Gaudiello
FLY-NERD, il programma radiofonico in onda tutti i mercoledì – e in replica la domenica – alle ore 14.45. I Fumetti, e non solo, in compagnia di Paolo Gaudiello.